Giardini (quasi) segreti

Pezzo scritto a più mani, più teste e più cuori

Non è il mio tipo comunque, no. È pure biondo.
Francese, vive in Messico, suona in giro per l’Europa. È di passaggio fra una tappa e l’altra del tour estivo.
Ahora que te he encontrado ya no puedo tocar màs…Tengo que bailar contigo esta noche.
Ho abbandonato le lavatrici da fare e sono uscita per una birretta estiva, senza pretese e mi ritrovo a ballare, al parco, con un musicista francese. Non ricordavo neppure di essere così imbranata a mettere due passi in fila. 
Non è il mio tipo comunque, no. È pure biondo.
Balliamo e si fa tardi. Dobbiamo salutarci, me lo ricorda anche la sveglia che si attiva fra cinque ore. Come. Ogni. Mattina.
Balliamo ancora un po’. Ancora un’ultima canzone e poi un’altra ancora.
¡Cuàndo volveré a verte, Mademoiselle? Demain?
E chi lo sa.
Non è il mio tipo comunque, no. È pure biondo. 
Finisce anche l’ultima canzone. Mi incammino verso casa, abbozzando leggera qualche passo di swing sotto ai portici.
Lavatrici da fare. Sveglia. Ufficio. Caldo. Sonno. Excel. Mail. Canticchio, distratta “El pescador, oh oh oh…” Caldo. Sonno. Excel. Mail. Messaggio.
Hola, la Mademoiselle… I hope we have time for a coffe, before I leave.
Sorrido, ancora più leggera.
Non è il mio tipo comunque, no. È pure biondo. 
– Allora sei in partenza.
– Sì, sono in partenza.
– E se ti fermassi e restassimo ancora un po’ insieme?
Non ha nessuna esitazione. Nessuna. È tutto facile, spontaneo, naturale.
– Sarebbe meraviglioso! Aspettami qui.
E se ne va. Mi lascia lì, al tavolo del bar.
Ecco, era troppo bello per essere vero. Ora se ne va, e pure senza salutare.
E invece torna, si è preso giusto il tempo di stravolgere i piani del gruppo.
Torna e si ferma.
Per un bicchiere di vino, un ballo sotto la pioggia e due tazzine di caffè per colazione.
Non è il mio tipo comunque, no. È pure biondo.
Ci regaliamo un ultimo ballo, in cucina, prima di salutarci. Nell’aria c’è aroma di caffè e di parentesi da chiudere.

Ci sono relazioni, progetti, esperienze che si presentano già con la data di scadenza. Ma questo non toglie che siano profumati, colorati, pieni di vita.
Sono giardini.
Sono nascosti dietro alte mura, dietro cancelli, porte e portoni. Capita a volte di trovarne uno socchiuso e allora, curiose, ci infiliamo prima il naso e poi ci entriamo con tutto il corpo.
È in quel momento che si schiudono piccoli mondi fino ad allora segreti, impensabili o forse solo immaginati, sognati.
Luoghi murati, ma a cielo scoperto.
Ci si può stare un’ora, una notte, un giorno, chiudendosi la porta alle spalle. C’è un dentro, e c’è un fuori. Luoghi destinati solo a visite di passaggio. Lo sai quando ci entri. Ma sai anche che si preservano intatti solo così.

– A bientôt, mademoiselle.
– A bientôt, giardino.

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